INTERVISTA
PER BALLOON CONTEMPORARY ART & PUBLISHING
Branco #2 . 2012 |
INTERVISTA A PASQUALE DE SENSI
di Giuseppe
Mendolia Calella
Chi
è Pasquale De Sensi? Raccontaci brevemente di te…
Sono nato
nel 1983, nel mese di gennaio. Ho i capelli e gli occhi castani.
Anche la barba. Sono alto 1,75 e peso intorno ai 70 chili. A parte
questo, definire un’immagine di me per linee generali e su un piano
oggettivo è una cosa che non so fare. Credo che, nonostante la
tendenza naturale a caratterizzarci come individui unici, la nostra
identità sia qualcosa di fluido, capace di migrare, trasformarsi e
moltiplicarsi all’infinito.
E questo mi
sembra un grande vantaggio in termini di empatia e comprensione del
mondo.
Che
musica ascolti?
Ascolto
molta musica. Senza troppe limitazioni di genere. Per me è una fonte
di ispirazione molto più efficace rispetto alle arti visive. Nel
senso che la musica ha il potere di produrre delle suggestioni che si
traducono in immagini in maniera immediata e coinvolgente, mentre
guardare un quadro, di solito, è un’esperienza più elaborativa,
analitica.
Mi
piacciono soprattutto i musicisti che riescono a combinare insieme
armonia e dissonanza. Qualche nome in random: Dirty Three, Syd
Barrett, Neutral Milk Hotel, Daniel Johnston, Beat Happening,
Nirvana, Tom Waits…
Qual
è l’ultimo libro che hai letto?
Ho appena
finito, con fatica immensa, un saggio di filosofia della scienza:
“Contro il metodo” di Paul Feyerabend. Ne ho condiviso in pieno
la tesi, ma leggerlo è stato diciamo noioso. Preferisco la
narrativa, le biografie o le raccolte di poesia. Ora sto leggendo i
“Nove racconti” di Salinger, la raccolta che contiene “Un
giorno ideale per i pescibanana”. Un racconto brevissimo e
brillante. Davvero bello.
Chi
sono gli artisti che ami?
Ho dei
gusti contrastanti e disordinati. Mi piacciono Renè Magritte e
Raffaello quanto Basquiat e Cy Twombly. In generale mi piace la
storia dell’arte come profilo dell’immaginario umano e della sua
evoluzione dialettica nel tempo.
Poi fra gli
artisti che lavorano oggi in Italia apprezzo il lavoro del collettivo
Underdogstudio di Modena, Leeza Hooper, Cosimo Piediscalzi, Michael
Rotondi…
Come
definisci il tuo lavoro?
E’
piuttosto lui che definisce me.
Ultimamente
sono in studio ogni giorno, ogni pezzo finito ne genera almeno un
altro. E’ come seguire un discorso con una logica autonoma, in cui
il significato e la forma sono la stessa cosa.
Lavoro in
maniera il più possibile impulsiva, cercando di superare i miei
metodi una volta che li ho acquisiti. Non mi interessa l’uniformità
dello stile a tutti i costi, anzi trovo molto più interessante
ricercare soluzioni diverse e vedere fino a che punto il carattere
delle opere rimane intatto attraverso le variazioni.
La cosa
fondamentale è comunque il desiderio di lavorare, l’amore per le
immagini. Da questo punto di vista il mio lavoro è semplicemente una
forma di entusiasmo, non sempre positivo, a metà strada fra la gioia
e la rabbia.
C’è
stato un evento o un incontro in particolare che ha segnato una
svolta nella tua ricerca?
Ho
frequentato diverse accademie, cambiando città varie volte, ma
l’esperienza accademica non ha influito sul mio percorso, se non in
senso reattivo.In compenso ho avuto modo di conoscere realtà
diverse, ho continuato ad approfondire i miei interessi da
autodidatta e ho imparato molto dall’amicizia con altri artisti. Le
collaborazioni e le contaminazioni con l’esterno sono state e
continuano ad essere fondamentali per ampliare il mio campo di
ricerca.
Come
definiresti il panorama artistico siciliano?
In Sicilia
c’è una scena molto fervida. Le volte che ci sono stato ho sempre
sentito il desiderio di rimanere. In una città come Palermo, che è
la realtà che conosco meglio, gli spazi dedicati alla cultura sono
direttamente immersi nella vita caotica della città e questo li
rende più autentici e necessari.
Il lavoro
della galleria Zelle di Federico Lupo e le imprese del Laboratorio
Saccardi sono sicuramente fra le migliori cose che stanno succedendo
in Italia in questi anni. … penso per esempio al progetto Sweet
Sheets, alle pubblicazioni del quaderno La Forma, alla mostra
collettiva Casa Aut…
Che
progetti hai per i prossimi mesi? A cosa stai lavorando?
Ho appena
concluso una personale nella ARTcore gallery di Bari, dove ho
presentato l’ultima serie di lavori su carta insieme con una
selezione di tavole di grande formato. Ora sto lavorando al video di
presentazione della prossima personale, prevista per ottobre ai
Magazzini Criminali di Sassuolo. Sto anche iniziando una nuova serie
di piccole tavole per una bipersonale al Meme di Cagliari con Chiara
Seghene, un’artista molto brava di origine sarda che segue una
ricerca assolutamente originale. Poi ci sarà qualche collettiva
in autunno e altre cose ancora in via di formazione.